Milano dichiara l’emergenza climatica
Emergenza climatica, il Consiglio comunale di Milano ha approvato il documento presentato dal consigliere del Pd Carlo Monguzzi. La mozione impegna il sindaco “a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, a predisporre entro sei mesi iniziative per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili”. Dopo Regno Unito, Irlanda e Scozia, Milano è la prima tra le grandi città italiane a farlo.
Il Consiglio comunale di Milano ha approvato la mozione sull’emergenza climatica ed ambientale presentata il 16 Maggio 2019 dal movimento Fridays For Future. Milano è così la prima grande città italiana a farsi carico di questo impegno verso i cittadini e verso il Pianeta. La città di Milano, tramite i suoi rappresentanti, si impegna “a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, a predisporre entro sei mesi iniziative per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, sviluppando ulteriormente il progetto di riforestazione urbana già in atto”. Con l’approvazione del documento l’aula di Palazzo Marino aderisce allo sciopero mondiale contro i cambiamenti climatici del 24 maggio 2019.
Il 15 marzo scorso si è tenuto (così come accadrà il 24 maggio) il “Global Strike for Future”, giornata di mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici promossa dal movimento FFF (Fridays for Future), che ha visto 1,8 milioni di persone sfilare nelle città di tutto il mondo.
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La politica e la società intera non hanno fatto finora abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici in corso, quando questi dovrebbero essere la priorità nell’agenda politica di qualsiasi governo, dal Presidente del Consiglio fino all’amministratore del più piccolo dei comuni. Per riconvertire ecologicamente la nostra economia occorre la partecipazione di tutti, accettare di modificare alcune abitudini per non doverle modificare tutte, perché i cambiamenti climatici, se non contrastati, porteranno a un pianeta ostile per le specie vegetali e animali, umani inclusi.
Occorre che governi e imprese intraprendano politiche radicali per rendere le attività umane sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, anche tutelando i lavoratori e i soggetti deboli della società. Inoltre che si impegnino ad arrestare lo sfruttamento delle risorse oltre i limiti naturali di rigenerazione e arrivare urgentemente alla completa de-carbonizzazione delle fonti di energia a favore di quelle rinnovabili.
CONSIDERATO CHE
La lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente sono la sfida più grande di sempre per l’umanità. Stiamo affrontando una crisi non solo climatica ma anche esistenziale, considerando il tasso con cui stiamo compromettendo irreparabilmente l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, includendo la specie umana.
Visti i dati allarmanti sul riscaldamento globale, che, salvo azione immediata, provocherà un aumento di temperatura superiore ai 3 gradi centigradi entro il 2100, con effetti devastanti sull’ecosistema terrestre e sulla specie umana;
Visto l’ultimo rapporto IPCC-ONU (2018), secondo cui l’umanità ha solo fino al 2030 per limitare l’incremento di temperatura a 1.5 gradi, ed evitare danni irreversibili al clima;
Visti i preoccupanti effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento che ogni anno accorciano la vita di circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo;
Visto l’allarme Onu lanciato il 6 maggio 2019 che segnala un declino ecologico “senza precedenti” in cui un milione di specie animali e vegetali sono a rischio estinzione, colpa dello sfruttamento di terra e mare, di piante e animali e dei cambiamenti climatici;
Visto il dovere morale dello Stato e di tutte le istituzioni locali di rispettare il patto intergenerazionale, che ci impone di lasciare alle generazioni future un pianeta vivibile;
Visto il rapporto sul Global Environment Outlook (GEO), firmato da più di 250 scienziati;
Vista la L. 4 novembre 2016, n. 204, ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (GU n.263 del 10-11-2016);
Inoltre, si fa presente che il Regno Unito, Irlanda e oltre 500 consigli comunali soprattutto in Australia, Canada, Stati Uniti, Svizzera e Gran Bretagna hanno già dichiarato lo stato di emergenza climatica, impegnandosi davanti ai cittadini a ridurre le emissioni di gas serra, a volte anche in tempi più brevi rispetto ai termini previsti negli Accordi di Parigi, segnando che Londra e Vancouver, città della rete C40, hanno già dichiarato l’Emergenza Climatica.
Noi di Fridays for Future Milano, chiediamo al Comune di Milano, alla Città Metropolitana, alla Regione Lombardia, al Governo Nazionale, alle Università, alle scuole, a ogni collettività del nostro territorio di:
- dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ambientale;
- fare ogni sforzo possibile per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5ºC e fissare un obiettivo di riduzione a zero delle emissioni nette di gas climalteranti per il 2030, ritenendo l’obiettivo di zero emissioni nel 2050 insufficiente e incoerente con lo stato di emergenza climatica;
- considerare la lotta al cambiamento climatico e la transizione a un’economia sostenibile come priorità assoluta dei prossimi dieci anni.
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Fridays For Future Milano richiede che le misure per contrastare l’emergenza climatica avvengano secondo i seguenti principi:
- Giustizia climatica: i costi della transizione non devono gravare sulle fasce più deboli della popolazione. Il costo della transizione deve gravare soprattutto su chi ha causato maggiormente i danni ambientali; le istituzioni sono chiamate a promuovere azioni per la riqualificazione dei lavoratori attualmente impegnati in settori incompatibili con la transizione;
- Democrazia partecipativa: Le istituzioni si impegnino a riconoscere alle assemblee cittadine un ruolo nel processo di individuazione delle misure per il contrasto dell’emergenza climatica, attraverso un tavolo di confronto mensile. Le assemblee cittadine compieranno un’azione di monitoraggio sulle istituzioni per garantire che alle dichiarazioni di emergenza seguano misure concrete e adeguate alla gravità della crisi;
- Trasparenza: le istituzioni si impegnano a pubblicare rapporti periodici sui progressi fatti nella riduzione delle emissioni e nella risoluzione delle criticità ambientali.