n.387: Contenziosi climatici e la doppia verità dell’Avvocatura dello Stato, di Ines Bruno

L’Avvocatura dello Stato italiano si trova coinvolta in un’inedita esperienza di rappresentazione dell’interesse pubblico nelle controverse giudiziarie.E’ una funzione che le appartiene (v. P. Pavone 1995, e, in prospettiva comparata, A. Sant’Ana Pedra 2014). Ma questa volta l’Italia deve rispondere contemporaneamente davanti a due giudici differenti, il Tribunale civile di Roma e la Corte europea dei diritti umani, per una medesima condotta: le misure di contrasto all’emergenza climatica in corso. I due procedimenti sono ormai noti: “Giudizio Universale”, la causa climatica radicata da oltre duecento attori nel giugno 2021 presso il giudice romano (per tutti i dettagli, si v. il sito giustiziaclimatica.it); “Duarte Agostinho et al. vs. Portogallo et al.” 39371/20, noto anche come “caso GLAN” dal Global Legal Action Network che supporta il ricorso “per saltum” alla Corte di Strasburgo da parte dei giovani portoghesi nei confronti di 33 Stati, inclusa appunto anche l’Italia.

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