n.310: “Irresponsible science?”, Stuart Parkinson, Philip Wood
“Scienza irresponsabile”: un dossier che rivela i legami finanziari tra le industrie dei combustibili fossili e delle armi, da un lato, e alcune delle principali organizzazioni professionali di ingegneria e scienza, dall’altro, nel Regno Unito: collegamenti che vanno dai finanziamenti alla ricerca, in funzione dei marchi e delle strategie delle aziende, alla sponsorizzazione di conferenze e cene di prestigio, alle donazioni, agli investimenti per spin off e start up, al pagamento di pubblicazioni e atti di convegni.Si tratta, in definitiva, di strumenti che funzionalizzano l’attività di ricerca agli obiettivi aziendali, condizionando scopi e finalità della libertà scientifica di base e sottraendo quasi sempre l’attività dei ricercatori all’altrettanto libero dibattito scientifico e al confronto tra pari, indipendentemente dagli interessi di ciascuno.Questo approccio, ormai presente in tutto il mondo universitario a discapito dell’autonomia degli Atenei e della funzione sociale dei Corsi e dei Dipartimenti universitari, appare, al cospetto dell’opinione pubblica meno accorta, del tutto fisiologico e normale, inducendo altresì a confondere la ricerca “scientifica libera” con la ricerca “scientifica aziendale”, come se entrambe fossero identiche in contenuti, modalità, autonomia di giudizio e soprattutto scopi. Il che ovviamente non è, per banale evidenza empirica (come c’è differenza tra un investigatore, incaricato per interesse di parte, e un investigatore obbligato all’autonomia e all’imparzialità).Questa confusione alimenta disorientamento e ignoranza, a discapito della ricerca “scientifica libera” e a tutto vantaggio della ricerca “scientifica aziendale”, nobilitata in una funzione (quella della conoscenza per la conoscenza) che invece non ha, avendo assunto come esclusivo o comunque condizionante l’interesse economico privato.