n. 1015: La solitudine dei formanti di fronte alla natura e le difficoltà del costituzionalismo “ecologico”, di Michele Carducci
Lo scopo di questo studio è verificare l’esistenza del costituzionalismo “ecologico”, basato sui diritti della natura, come qualcosa di nuovo dal costituzionalismo “ambientale”, indifferente ai diritti della natura. Ho strutturato la ricerca in cinque fasi. Nel primo, osservo un paradosso: i formanti giuridici che riconoscono i diritti della natura tacciono nel definire il concetto di natura. Nel secondo, spiego le ragioni di questo paradosso. Nel terzo, noto che le Costituzioni che formalizzano la natura come soggetto (Ecuador e Bolivia) contengono enunciazioni normative contraddittorie e produttive di rotture interne nel testo normativo (le cosiddette “rotture costituzionali”). Nel quarto, descrivo le possibili spiegazioni delle “rotture costituzionali” e gli errori del confronto costituzionale sottovalutando questo fenomeno. Infine, concludo che il costituzionalismo “ecologico” replica le inadeguatezze e le contraddizioni del costituzionalismo “ambientale”. In effetti, introduce solo nuove forme di argomentazione, non nuovi metodi di azione.